Ferrandina: Le olive nere
La preparazione delle olive nere originarie dell'area di Ferrandina è abbastanza complessa, ma garantisce risultati eccellenti. Le olive si fanno appassire per una settimana su ripiani di legno, quindi vengono scottate nell'acqua bollente per un minuto e messe, dopo averle fatte asciugare, in vasi di vetro o di terracotta con sale e origano. Per una settimana vengono periodicamente rigirate prima di essere messe nel forno non troppo caldo per un ulteriore avvizzimento.
Grottole
Il nome del paese ha avuto probabilmente origine da "Cryptulae", termine latino che significa "grotticelle", locali che ancora oggi sono usati dagli abili artigiani che lavorano vasi in argilla. Attraversando il paese è possibile visitare la chiesa Madre dei Santi Luca e Giuliano, nel cui interno si possono ammirare altari lignei, la cantoria e il coro in stile barocco e un dipinto settecentesco raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi. Di notevole pregio artistico è l'antica chiesa di Santa Maria la Grotta, riconsacrata a San Rocco. Arroccato su un colle nei pressi del paese si può ammirare il Castello che fu costruito nell'851 dal principe longobardo Schinuflo, a base quadrata con torri di cui oggi resta solo quella centrale. Molto sviluppata nella zona è la produzione artigianale di vasi, brocche e orci in argilla.
Vietri di Potenza
Le origini di Vietri sono piuttosto antiche, tanto che la sua denominazione si pensa abbia origine dal nome dell'accampamento romano "Campi Veteres", sorto in seguito all'imboscata tesa a Tiberio Gracco da parte del lucano Flavio. Dopo essere stata una potente roccaforte gotica e, successivamente, longobarda, divenne feudo del principato di Salerno e nel 1700 passò ai Sangro, che la vendettero ai Caracciolo nel 1705. All'interno del paese possiamo ammirare la chiesa parrocchiale di San Nicola di Mira, caratterizzata dalla facciata in stile rococò e dal portale in pietra sormontato da una finestra in stile barocco e con campanile in stile romanico. Degna di nota è la chiesa del convento dei Cappuccini del 1660, in cui sono conservati diversi dipinti attribuiti al pittore lucano Antonio Stabile. Di grande interesse artistico è la chiesa dell'Annunziata, con un bellissimo portale del 1690 e splendidi affreschi del XVIII sec., dipinti del XVII e XVIII sec. ed una bellissima acquasantiera in pietra.
Rapolla: Gli ulivi
Se la mitologia classica narra che fu Minerva a far spuntare dalla terra la prima pianta di olivo, nella realtà la pianta venne diffusa dai commercianti fenici fin dal 1500 a.C. nelle zone del nostro meridione, tra cui appunto la Basilicata. Qui, in tre diversi territori omogenei per caratteristiche e tecniche di coltivazione e trasformazione, si producono altrettanti oli di qualità, con spiccate distinzioni di tipicità e di elevati standard produttivi. L'olivo in Basilicata, grazie alla particolare orografia della regione, è presente in tutte le realtà agricole regionali e rappresenta la coltivazione arborea più diffusa nel territorio. Numerose sono le cultivar di olivo presenti. Tra quelle da olio un'attenzione particolare meritano, sia per l'ampia diffusione che per l'elevata qualità e la tipicità dell'olio prodotto, la Maieatica (Ferrandina), l'Ogliarola del Vulture (Melfi) e l'Ogliarola del Bradano (Montescaglioso).