APT Basilicata

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Basilicata turistica

Sulle tracce dei lucani


Armento: Santuario di Eracle

A Serra Lustrante di Armento, località della media val d'Agri, si sviluppa a partire dalla seconda metà del IV sec. a.C. un'importante area sacra con un Santuario dedicato ad Eracle, il cui rilievo ben presto assurge a livello cantonale. Fin dagli inizi dell'Ottocento, in tutto il bacino interno dell'Agri e del Sinni, erano numerosi gli scavi effettuati per conto del Regio Museo di Napoli e condotti da funzionari o personalità locali spesso in rapporto con grandi collezionisti o musei europei dell'epoca. Tra i rinvenimenti più importanti nel sito di Armento, sono famosi quelli del 1814, come la celebre corona aurea di Kritonios e la statua bronzea del Satiro inginocchiato, ora conservate nel Museo di Monaco di Baviera. Altri importanti materiali, tra cui una corazza anatomica e diversi vasi bronzei, furono rinvenuti nel 1844.



Satriano di Lucania: Sito di Torre di Satriano

La Torre di Satriano si eleva su di un colle difficile da scalare, tra Satriano e Tito. E' una torre alta, di base quadrata, situata fra i ruderi di una città abbandonata. La nascita della prima Satriano è fatta risalire, soltanto grazie a ritrovamenti di frammenti di ceramiche trovate sui pendii e ai piedi della collina, tra il X e il VII sec. a.C. Infatti la collina, nota con il toponimo di Torre di Satriano, sulla linea di confine tra i moderni comuni di Satriano e Tito, è sede di una complessa stratificazione storica che data dall'età del Ferro sino alla fine del Medio Evo, con diverse e significative soluzioni di continuità. Sulla distruzione della città la leggenda narra che la crudele regina di Napoli, Giovanna II, sorella di re Ladislao, fece condurre da Terlizzi, in terra di Puglia, una giovane dama di compagnia scortata da milizie del Regno. Quando il drappello attraversò la città di Satriano, la nobile donna venne rapita a causa della sua bellezza e Giovanna II, dopo l'affronto subito, ordinò una tremenda vendetta. L'abitato, infatti, venne ridotto in cenere da uno spaventoso incendio che risparmiò solo la torre normanna ed alcuni muri di edifici.



Potenza: Museo Archeologico Provinciale

L'antico volto della Basilicata emerge dai reperti custoditi nel Museo Archeologico Provinciale, dove sono riscontrabili tracce di storia appartenenti al periodo compreso tra l'era paleolitica e l'età romana. I ritrovamenti che provengono da diverse aree della regione, in particolare dalla zona del Metapontino, sono costituiti prevalentemente da bronzi, statuette, iscrizioni greche e latine, ceramiche, armi. Tra questi emergono l'elmo corinzio in bronzo ritrovato nel 1291 a Vaglio, statuette provenienti da Monticchio, terrecotte del Metapontino. Oggi il museo si arricchisce di mostre ed esposizioni di rilievo che richiamano l'attenzione degli appassionati d'arte. Si ricordano, nello specifico, le prestigiose mostre di Carlo Levi, De Chirico e recentemente Carrà che hanno conferito nuovo impulso al "Polo della cultura" istituito per promuovere e valorizzare la conoscenza di opere che da sempre rappresentano patrimonio comune di crescita e arricchimento personale.



Vaglio Basilicata: Scavi Archeologici

Il sito di Rossano di Vaglio è un'area sacra che presenta un santuario extra urbano dedicato alla dea Mefitis, con una piazza lastricata ed un altare; una delle testimonianze più importanti della lingua e del culto dei Lucani. Il sito di Serra di Vaglio è costituito da un impianto urbano risalente al VI-V secolo a.C. con una cinta muraria lunga sette chilometri, con importanti ritrovamenti di tombe con corredi molto ricchi. Interessante è la ricostruzione in elevato di un edificio antico di Serra, la c.d. "casa dei pithoi". Tutto l'intervento è stato effettuato con le tecniche ed i materiali usati all'epoca, mentre al suo interno sono stati ricollocati gli elementi originali: una base di teca, i pithoi per la conservazione di derrate alimentari, i pesi in terracotta di un telaio dalla struttura deperibile. Inoltre è possibile un'ampia lettura delle fasi precedenti: al di sotto del battuto pavimentale sono visibili le sepolture di età arcaica, inserite nei resti di capanne dell'età del Ferro. Un apparato didascalico completa e illustra l'intervento.

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