I dialetti Galloitalici della Basilicata


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Galloitalici di Basilicata di Vincenzo Ferretti


“...Il viaggiatore che, in uno scompartimento di III classe nel tragitto da Napoli a Taranto, presti attenzione alla conversazione dei contadini che salgono ad ogni stazione, si renderà subito conto che nel primo tratto – se si trascurano variazioni nell’intonazione e differenze locali minime – la base linguistica è sorprendentemente unitaria. Ma subito dopo la profonda valle del platano, dalla stazione di Picerno in poi il quadro cambia. Improvvisamente arrivano all’orecchio del viaggiatore forme foniche che non si adattano assolutamente alla situazione osservata fino a quel momento... E così si continua anche dopo che il treno ha superato le stazioni di Tito e Potenza. Soltanto a partire da Trivigno queste caratteristiche scompaiono e, mentre il treno tra le brulle e selvagge montagne della valle del Basento si dirige verso il golfo di Taranto, ricompare improvvisamente la situazione linguistica che, appena due ore prima, era scomparsa così improvvisamente e in modo così inspiegabile...”.
Così Gherard Rholfs negli anni ’20-‘30 del secolo scorso individuava l’area galloitalica del potentino.
Da più parti del nord Italia, in periodi forse anche diversi, ma certamente durante il medioevo, gruppi più o meno consistenti di abitanti abbandonarono le proprie contrade per intraprendere un viaggio che li avrebbe condotti nel sud, anche profondo, della nostra bella penisola.
Essi “approdarono” in Sicilia, Calabria, Campania ed anche in Basilicata ed in queste terre fissarono la propria dimora.
Di quello che dovette essere un consistente esodo, tutt’altro che occasionale, non si conoscono ancora chiaramente le ragioni storiche ed al momento esistono solo ipotesi che attendono riscontri documentali per essere suggellati con il crisma della scientificità.
Ad un’assenza di prove documentali risponde, però, il dialetto di alcuni centri di queste regioni ove permane la chiara traccia di tali presenze.
Il dialetto parlato dagli abitanti di questi paesi, infatti, conserva chiaramente ancora oggi, a secoli di distanza dagli eventi, le caratteristiche delle parlate settentrionali con presenza di lemmi originari, alcuni evolutisi in maniera difforme.
I centri di origine galloitalica in Basilicata sono diversi, anche se solo in alcuni paesi questa caratteristica si è conservata in maniera più consistente.
Tra questi vi sono: Picerno, Pignola, Potenza, Tito che formano il quadrilatero galloitalico del potentino e Trecchina nel golfo di Policastro, centri nei cui dialetti si colgono chiaramente elementi che riconducono alle parlate del Monferrato e dell’entroterra ligure. Suggestiva appare l’ipotesi di Mons. A. R. Mennonna quando suppone
che siano state colonie di piemontesi abitanti delle Langhe del Monferrato a stabilirsi nel quadrilatero. Mentre gruppi di liguri con questi confinanti si siano stabiliti a Trecchina, in modo che gli uni e gli altri avessero trovato quaggiù press’a poco le stesse condizioni orografiche e climatiche delle terre che lasciavano”.
Questo sito Web ha origine proprio dalla presenza di isole linguistiche galloitaliche in terra lucana, che in passato ha già visto l’interesse di studiosi ai massimi livelli, tra cui Gerhard Rohlfs, uno dei maggiori riferimenti della dialettologia contemporanea.
Un comitato scientifico, presieduto dalla prof.ssa M.T. Greco e composto da esperti locali, che si avvale della consulenza e della supervisione dei proff. Edgar Radtke e Fiorenzo Toso, ha messo a punto e propone un saggio di queste particolarità che partendo dal dialetto non restano fini a se stesse ma offrono spunti culturali e d’informazione diversi.
Un programma di interesse, curato con rigorosità scientifica, ma che si propone di imporsi per semplicità e per le sollecitazioni ed il confronto a più livelli: bambini, curiosi, utenti di media cultura, docenti, cultori del dialetto e studiosi.
A fianco dell’iniziativa, con i comuni dell’area galloitalica, è impegnata l’Azienda di Promozione Turistica Basilicata che ha deciso di sostenere lo sforzo di valorizzazione e difesa dell’identità linguistica di questi centri.
L’APT è ben consapevole dell’importanza di preservare le specificità del territorio soprattutto in ragione dell’offerta turistica e l’area Galloitalica di Basilicata ha particolarità storico - ambientali di notevole interesse ma anche soluzioni ricettive e gastronomiche capaci di offrire una piacevole permanenza.

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